mercoledì 4 agosto 2010

The Box

Il regista di Donnie Darko e il trailer dai toni frenetici e incalzanti mi hanno spinta a tentare la sorte andando a vedere questo filmaccio che con Donnie ha poco da spartire, se si esclude una vaga atmosfera onirica in alcuni scene dai toni mistico-esoterici che mixano fantascienza marziana a purgatori danteschi. Lungi dal rinfocolare il mistero della vicenda, questi “spezzoni” cuciti un po’ alla rinfusa secondo me la appiattiscono confondendo inutilmente uno spettatore giá dubbioso su n punti: un tizio orribilmente sfigurato che dice di essere il dio dei fulmini (!) ti piomba in casa con un pulsantone e un milione di dollari cash e tu lo fai entrare bella tranqua chiedendogli semplicemente “ma lei, per chi lavora?”. Oppure: hai appena scoperto che la Nasa ha usato la tua domanda di ammissione come astronauta – su cui puntavi tutta la tua carriera – per pulire il cesso del Viking e la sera cosa fai? Vai bello tranquo a teatro e poi torni a casa a smontare il pulsantone anzichè dire a tua moglie che come minimo è una pazza psicotica per aver solo concepito l’idea di ammazzare qualcuno e tenersi i soldi. Oppure ancora: da qualche giorno a questa parte tutti quelli che ti rivolgono la parola hanno lo sguardo ebete fisso in un punto all’infinito, biascicano cose senza senso e dopo un po’ iniziano a sanguinare dal naso...ma...e porsi qualche domanda? Oppure ancora: come si giustifica il sicuramente astronomico compenso che avrá ricevuto la Cameron Diaz per mostrare irrevocabilmente la stessa, depressissima, angoscia(n)tissima faccia per tutta la durata del film? Era senza dubbio più espressivo Frank, il coniglio gigante.
Mi piacerebbe ora oltremodo leggere il racconto di Matheson (http://en.wikipedia.org/wiki/Button,_Button_(The_Twilight_Zone)) da cui è stato tratto il filmaccio e vedere quanto è stato deturpato. Donnie e i suoi wormhole restano imbattuti.

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