Definito il film del 2010 che più ha fatto piangere I MASCHI – Metá in primis – questo assoluto ed ennesimo capolavoro della Pixar commuove davvero sul finale, perchè parla di crescita, di abbandono dei giochi, di bellissimi ricordi ad essi associati e di amicizie che non si spezzeranno mai. E fa tornare con la mente a quando eravamo noi ad essere abbracciati nel letto al nostro orsacchione preferito che ci proteggeva dal buio...ma chissá che fine avrá fatto ormai.
Questa è la riprova che un sequel può essere anche migliore dei precedenti quanto le idee ci sono e la tecnologia supporta anzichè tentare di sopperire a una trama scadente. Umani che sembrano attori veri – splendida la bimba figlia della maestra - e giocattoli dalle movenze ultranaturali si incontrano in un asilo-lager dove imperversano, oltre all’orsacchione falsamente amichevole che è il capo della banda, figure inquietantissime come la scimmia-guardiano e il cicciobello-bodyguard o il trendyssimo Ken dall’incedibile guardaroba (“Non sono un giocattolo per bambine!!!”).
Buzz che swiccia in modalitá ispanica e chiama Woody “el vaquero” fa semplicemente MORIRE dalle risate, mentre un po’ patetico il doppiaggio di alcuni personaggi, il telefono-Gerry Scotti o, ancora peggio, il clown triste-Giorgio Faletti, mamma mia...erano quasi meglio i calciatori di Shaolin Soccer.
Il solito 3D utile solo a far intascare 10 euro al cinema si può tranquillamente lasciar perdere, godendosi questa meraviglia a tutto tondo banalmente ma entusiasticamente in due dimensioni.
Falquo
11 anni fa
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