martedì 30 novembre 2010

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte I

Beh, beh, beh, dai, non era malaccio. Lontano anni luce dai fasti dei primi ma per fortuna anche da quell’obbrobrio insulso e inutilmente melenso del sesto, il film alterna sprazzi di monotonia immersi peró in bellissimi paesaggi – tutta la parte del viaggio alla cieca in tenda – a scene concitate di combattimenti, magie, voli, corse e rincorse (ben girato il momento dell’inseguimento nel bosco!).
Harry ormai 20enne con occhialetti tondi ma petto villoso ricorda chi ancora scia con i pantaloni alla zuava di velluto a coste, Hermione ahimé piú concentrata a cambiarsi d’abito che a recitare va giusto bene per fare la testimonial di non ricordo che profumo, Ron crescendo sviluppa invece un certo fascino rurale e finalmente mette in ombra, a parer mio, il Prescelto fulminato.
Il film NON é per bambini, fra torture, ammazzatine, elfici sacrifici e serpentesche trasformazioni e MENO MALE che ricordavo quest’ultima dal libro altrimenti sarei ancora al cinema attaccata al soffitto...ecco, in effetti, il 3D in questo caso avrebbe reso alla grande (mai contenta, avete notato?).
AMO alla follia rivedere, anche solo spot, i protagonisti da sempre amati: Neville (che mi é diventato coraggiosissssssssimo!), Luna, Fleur (in magnifico vestito da sposa!) e Bill, Piton (sempre sia lodato Alan), Bellatrix (sempre sia lodata Helena), Dobby e Kreacher (adorabili!), Lupin (migliorato!) e Tonks, Ginny e come dimenticare...Fred&George, ab aeternum nel mio cuore sarete i preferiti. Camei di Bill Nighy e Rhys Ifans e meno male che stanno per finire i film perché ormai non ci sono piú attori inglesi di scritturare.
Non male l’atmosfera da regime nazi che si respira al Ministero, assolutamente validi gli effetti speciali, originale l'idea del cartone animato per la fiaba sui Doni della Morte...beh, beh, beh, dai, non era malaccio. Mettere in scena quel libro incasinatissimo che mischia scambi di bacchette piumate con 6 Horcrux e altri 3 amuleti maggggici, in effetti non era impresa da poco.
Commento pregnante del Delfino, noto apprezzatore di Harry&C: "TRE ore di film per distruggere un medaglione, li mortacci loro..."

giovedì 25 novembre 2010

L’Assassino Qualcosa Lascia

Linguaggio spigliato, diciamo, e situazioni assolutamente spinose ma dannatamente comiche fanno di questo primo poliziesco di Rosa Mogliasso, torinese, un libro davvero godibile. Ambientato nei salotti altolocati di una Torino-bene tanto snob quanto squallida, il romanzo introduce il personaggio del commissario Barbara Gillo, una grande, e del suo vice Massimo Zuccalá, siculo doc dall’innegabile fascino.
Lei é una single sposata al proprio lavoro, una donna umanamente depressa alla vista del frigo e – soprattutto – del letto vuoti la sera e dall’immagine mai abbastanza curata che le rimanda lo specchio, ma dotata di un notevole senso dell’umorismo e di un modo quasi scanzonato di affrontare ogni giornata, nonostante la sua vita personale sia sull’orlo della crisi di nervi. I botta e risposta con l’incasinatissima sorella, per molti versi il suo esatto opposto, fanno davvero ridere alle lacrime, cosí come le litigate con “l’addetto al caffé” dell’ufficio.
In generale, mi é piaciuta molto l’umanitá dei personaggi, per niente esagerati come caratterizzazione (direi “purtroppo”, in alcuni casi) e ho trovato anche originalissimo il modo di intitolare i capitoli con una frase ripresa poi all’interno del capitolo stesso.
Notevoli i punti in cui il padre della vittima subisce il ricatto del suo amante, abbordato in piazza Carlo Felice: la descrizione della sua faccia mentre guarda il video del loro incontro filmato di nascosto, roba degna del peggio Corona, vale il libro.
(Apro una parentesi. Mi si dice che “costui” venga a Torino ben DUE serate al Colosseo. Ma...dubbio...a dire cosa? Cosa mai potrá avere “costui” da dichiarare al mondo? E soprattutto...ma CHI CAZZO É che va a vedere sto manzo tatuato che declama, stupidamente profumatamente pagato, le sue nevrosi da un palco? Mah. Mi sento di citare Asimov, Contro La Stupiditá Neanche Gli Dei Possono Nulla).
Dicevamo. É un bel libro, ve lo consiglio. Speriamo ne esca un secondo!

lunedì 15 novembre 2010

Per Chiara :)

Crepes leggere

Dosi: 250g di farina – 5 uova – 100gr di burro – 90 gr di zucchero – 3dl di latte – 2 dl di acqua – limone - sale

Mettere la farina in una zuppiera, impastare con latte ed acqua tiepida. Aggiungere 15 gr di burro ed un pizzico di sale abbondante. Lasciare riposare un’ora. Aggiungere i tuorli, la scorza di limone grattugiato, il burro rimasto fuso in crema, lo zucchero in polvere e, per finire, gli albumi montati a neve molto soda e leggermente salate. La pasta dovrà risultare limpida e vellutata.

domenica 14 novembre 2010

A Thousand Suns

Nei secoli a venire AMATE come me la seguente canzone dei MITICI Linkin Park:

http://www.youtube.com/watch?v=WNKv_nrTIeI

Chi non li conoscesse (orroreorrore) potrebbe cominciare a VENERARLI guardando il seguente video:

http://www.youtube.com/watch?v=eVTXPUF4Oz4

o perchè no, questo:

http://www.youtube.com/watch?v=LBTXNPZPfbE

oppure:

http://www.youtube.com/watch?v=8sgycukafqQ

ma vogliamo mica dimenticare:

http://www.youtube.com/watch?v=Gd9OhYroLN0

senza contare:

http://www.youtube.com/watch?v=kXYiU_JCYtU

e trascuriamo mica:

http://www.youtube.com/watch?v=3g8v45du-ZA

beh, ma vogliamo poi parlare di questo:

http://www.youtube.com/watch?v=gcs5PRxEXq4

o di questo:

http://www.youtube.com/watch?v=QJRDTCcl7qo

e sto spettacolo:

http://www.youtube.com/watch?v=51iquRYKPbs

Tutto questo e ancora di più nel FANTASTICO concerto dei MITICI suddetti all'arena O2 di Londra i cui biglietti mi sono stati regalati da Metà che è riuscito in pieno nel suo intento di non farmi capire una mazza funcia fino all'ultimo. Un GRANDE, ancora non ci credo!!!!! :-) Beh, signori miei, non ci sono parole. LORO in persona, in una cornica galattica, con tutte le mie canzoni preferite che ho cantato da skifo (ci son le prove, ho registrato tutto) urlando da farmi saltare fuori le palle degli occhi, ma che robbba incredibile, fantastica, assurdamente elettrizzante!!!!!!!!!!

sabato 13 novembre 2010

Ebano

Il secondo libro che leggo di Ryszard Kapuscinsky, reporter polacco morto nel 2007 che aveva al suo attivo più di 40 anni d'Africa, e che mi è piaciuto addirittura più di Un giorno ancora.
E' incredibile la sua capacità di rappresentare sulla carta il "fattore umano"; l'Africa che lui descrive sono le PERSONE che incontra e con le quali interagisce nel suo peregrinare da una guerra a un'epidemia, a un campo profughi, a un cumulo di macerie fumanti. Persone che sono lontanissime dal nostro vivere quotidiano, di cui vagamente intuiamo le condizioni ignobili in cui son costretti a vivere attraverso i telegiornali ma che non distinguiamo quasi come singoli elementi; noi vediamo una MASSA di persone che soffrono, pensiamo "oh poverini" e solitamente ci scarichiamo la coscienza facendo un'offerta a Medici Senza Frontiere sotto Natale.
Kapuscinsky, che in questo bellissimo Ebano tratta uno stato africano a capitolo, descrive i suoi particolari incontri con PERSONE singole, esseri che camminano nei deserti o nelle savane, lungo i fiumi, nelle giungle e che vivono in maniere per noi assurde, arrabattandosi ai peggio lavori per sopravvivere, persone che muoiono di fame perchè il governo ha sottratto loro la terra o il bestiame, persone che combattono senza pietà per tornarne in possesso, persone crudelmente e ottusamente al soldo di dittatori come Amin, persone ancora prigioniere di superstizioni medioevali, ma anche persone che sanno cosa siano la lealtà, l'onestà e il rispetto reciproco.
Kapuscinsky era senza dubbio un grande, sia per l'essere sopravvissuto sano di mente a certi spettacoli, non ultimo il letto brulicante di scarafaggi pelosi grandi come una mano, sia per aver mantenuto inalterato l'amore per questa terra e i suoi contrasti allucinanti nonostante la malaria, sfociata poi in tubercolosi (non aveva però voluto farsi rimandare a casa perchè la redazione non avrebbe poi avuto i soldi per rispedirlo di nuovo laggiù), i conflitti a fuoco in cui si era trovato coinvolto, gli innumerevoli passaggi sotto le bombe, i posti di blocco, i deserti da attraversare senza acqua e con benzina limitata. Conoscere le persone del luogo, parlare con loro, imparare a capire il loro modo di pensare e di vivere senza mai giudicarle ma solo ascoltandole, gli aveva permesso di essere sempre in prima fila quando la Storia si muoveva. Un grande davvero, un vero reporter. Peccato averlo scoperto solo adesso e non essere riuscita a seguire prima del 2007 le sue avventure dal vivo.

Il sorriso di Angelica

Finalmente Camilleri torna il libreria con l'ennesimo Montalbano che fa ridere e non storcere il naso come era accaduto nel precedente romanzo inutilmente splatter.
Il commissario che recita Ariosto mentre guarda rapito la bellissima Angelica del titolo - che lo fa sognare come quando, sedicenne, si era innamorato delle illustrazioni del Dorè per l'Orlando Furioso - è spassosissimo e ancora una volta colpisce l'umanità del personaggio che più invecchia più infragilisce e accentua paure, debolezze e riflessioni sul senso della vita.
Ancora una volta Livia faticherà a passare dalle porte e lo stesso Montalbano si domanda come mai tempo addietro lei fosse l'unica donna della sua vita mentre ora ogni occasione è buona per saltare la cavallina. Sarà che la suddetta è antipatica come poche, abita e continua ad abitare senza remore lontanissimo, ha un caratteraccio, ogni volta che la vedi finisce a skifìo e se non te la sei sposata finora, figurati se te la sposi a 50 anni e fischia? Mah. Contenti loro.
La trama, che si basa nuovamente su una sfida lanciata al commissario da un rapinatore talentuoso, se vogliamo è un pò deboluccia rispetto ai primi, inarrivabili, Il ladro di merendine o Il cane di terracotta, eccetera, però ormai, che dire, Catarella, Augello Fazio, Gallo&Galluzzo sono amici di famiglia e vederli lavorare in squadra e/o azzuffarsi a suon di battute in siculo stretto è una gioia per gli occhi e io continuo a ridere come una matta anche dopo tutti questi anni.
Di sicuro non il migliore Montalbano - ci sono state avventure più strutturate e financo più divertenti - ma comunque il solito piacevolissimo interludio prima di trovare il coraggio di leggere La masseria delle allodole.

venerdì 5 novembre 2010

L'Illusioniste

Primo, l'ho visto durante la seconda zingarata a BruxellesArdenneFiandre con le amichette di film depre di sempre in un cinema mi-nu-sco-lo e de-li-zio-so gestito da volontari a cui lasci la mancetta uscendo.
Secondo, Tati me lo sciroppavo da piccola quando mio pa - che lo adorava - mi faceva vedere i suoi film sganasciandosi di continuo con mio sommo stupore e quindi mi ci sono affezionata anch'io se non altro per motivi sentimentali.
Terzo, i disegni (gli stessi di Appuntamento a Belleville che voglio vedere al piu' presto), la storia, le ambientazioni, i personaggi sono di una poesia unica e il coniglio bianco e' piu' espressivo di certi attori in carne ed ossa.
L'illusionista Tatischeff si muove in un'epoca in cui il "progresso" degli spettacoli teatrali e' rappresentato dal rock-and-roll e in cui l'attenzione per i numeri da circo (pagliacci, ventriloqui) nonche' per le silenziose e aggraziate illusioni a luci soffuse dei maghi - ma esisteranno poi davvero? - sta poco per volta calando per lasciar posto al rumore chiassoso e luccicante della musica urlata.
Assolutamente struggente ma salvifico almeno per meta', il film si basa per la maggior parte del tempo sulla pantomima (e per fortuna, altrimenti i sottotitoli in fiammingo non avrebbero certo aiutato il mio patetico francese), che contribuisce alla bellezza del tutto, sottolineando ed evidenziando, senza annoiare mai.
Tristi ma adorabili le scene in cui il mago deve aspettare per ore di salire sul palco assediato dal gruppo rock del momento e quando finalmente e' il suo turno le fan scatenate hanno ormai lasciato la sala vuota, ma soprattutto il momento del distacco con il compagno di avventure, l'unico che non l'ha mai abbandonato e con il quale ha un rapporto di amore-odio comicissimo.
Splendidi ed evocativi i paesaggi nebbiosi della Scozia e le brughiere fiorite attorno a Edimburgo, cornici perfette per lo svolgimento di questa storia malinconica come la pioggia che spesso accompagna le passeggiate solitarie di questo Tati redivivo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Tati

Nota: questo post e' stato scritto in base al consiglio di guru Brezny per la scorpio-settimana:

Technorati, a search engine for blogs, says there are well over 100 million blogs on the Internet, and that figure doesn't include millions of Chinese language blogs. So self-expression is thriving on a global scale, right? Not exactly. Most blogs -- the estimate is 94 percent -- have not been updated for at least four months. In accordance with the current astrological indicators, Scorpio, I expect you to do something about this problem. Refresh your blog in the coming week, or consider launching one if you don't have one. But don't stop there. Use every other way you can imagine to show the world who you are. Be articulate and demonstrative and revelatory.