giovedì 16 settembre 2010

Koru

Siccome si sta avvicinando una data che mi suscita contemporaneamente agitazione ma scoppi di liberatoria ilaritá improvvisi, frustrazione da fallimento ma incredibile voglia di voltare pagina urlando un bel SUCA a n persone che considero alla stregua di rami secchi, vago senso di inkazzo residuo ma indifferenza imperante che si fa strada, la Paoletta (la mia consulente zen per i momenti di sfiga cosmici) mi ha cercato un talismano che simboleggi tutto quanto di positivo ci sará dal 27 settembre ore 11.00 a.m. (per tenerci larghi) in poi.
Eccolo:

Nuova Vita, Crescita, Forza, Armonia

Koru è il nome Māori dato al germoglio della felce della Nuova Zelanda denominata Ponga e simboleggia nuova vita, crescita, forza e pace.

Dalla forma arricciata, a spirale, questo germoglio si erge verso la luce, e simboleggia l’inizio di una nuova vita, all’insegna del bene e della speranza.

È un simbolo integrante nel tatuaggio e nella scultura Māori…lo troviamo infatti anche sotto forma di sculture in osso. Quando l'osso è portato sulla pelle, con il tempo assorbe colore. Per i Maori questo stava a significare che lo spirito del portatore entrava nel pendente. Quando qualcuno consegnava il proprio ciondolo a qualcuno, era bene che costui lo indossasse per un certo periodo di tempo in modo da infondere nell’oggetto anche una parte del proprio spirito.

Inutile dire che mi sono appena comprata una felce ENORME che cercherò di non uccidere assetandola...NON sarebbe un buon segno per il mio karma... :-)

1 commento:

  1. Chiuso, finito. La stessa sensazione di leggerezza e di stomaco galleggiante che mi prendeva dopo aver passato un esame all’universitá, mi è tornata ieri alle 9:17 a.m. spaccate, quando sono uscita dall’aula esattamente due minuti dopo essere entrata e aver apposto una semplice firma su un documento che sancisce essenzialmente la chiusura di una porta. Basta spifferi. Non male l’immagine suggeritami da Clo dell’intonaco che cade in testa quando la suddetta porta viene sbattuta con violenza inusitata al fine di tranciare ogni rapporto molesto (io lo chiamo “potare i rami secchi”).
    Ma al di lá dell’ansia che questa data mi suscitava, sapete qual è la sensazione primaria che, guardandomi indietro, ne emerge e che mi faceva camminare in corso Ferrucci con un sorriso ebete stampato in faccia? Affetto.
    Affetto spropositato per quelle persone AMICHE che in questi giorni hanno perfettamente capito la mia agitazione e mi hanno supportata in mille modi, con un sms, con un messaggio in chat, con un portafortuna, con un semplice pensiero o la voglia di ascoltarmi o un abbraccio o un brindisi a distanza. Fantastico. Non avete idea di che forza mi avete dato. Avrei voluto avervi al mio fianco tempo fa, quando stavo boccheggiando per respirare...ma l’importante è avervi trovate adesso. GRAZIE. Di cuore.

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