mercoledì 8 settembre 2010

Alberta&British Columbia - No rush...

Chi come me è innamorato di “La Febbre dell’Oro” di Chaplin, in un posto come Stewart avrebbe raggiunto il Nirvana. Il drugstore, una panetteria/dolceria, un caffè, l’imperdibile museo del tostapane (!), il Ripley Creek Inn in legno scricchiolante, il liquor store e un’unica strada centrale su cui tutto questo si affaccia. E per lo meno questa è asfaltata. Il paese gemello in Alaska, Hyder, ha ancora lo sterrato. Fantastico.
Stewart e Hyder sono state il top, il culmine assoluto, l’apoteosi dello spettacolare viaggio in Alberta e British Columbia di quest’estate, viaggio fatto di paesaggi dall’incredibile bellezza finora solo agognati sospirando su una foto.
Tutto il resoconto – per altro noiosissimo – giorno per giorno si trova sul sito di turistipercaso (http://turistipercaso.it/canada/59675/alberta-e-bc-20-giorni-into-the-wild.html), mentre alcune foto sono in http://community.webshots.com/user/chisky ...ma una cosa vorrei invece raccontare qui...la sensazione atavica di PANICO inteso come MERAVIGLIA misto a TERRORE di fronte a certi spettacoli della Natura. Come la prima volta che ho visto un’eclissi totale, ad esempio. La sensazione “sono fottuto” come primo, irrazionale pensiero che attraversa la testa, ma è un “sono fottuto ma muoio alla grande” col cuore che scoppia per lo stupore di aver visto qualcosa di troppo grande per i nostri occhi e per i sensi che fino a quel momento non avevamo allenato a percepire la Grandezza Assoluta. Prima di arrivare a Stewart...guidavo io...svolto una curva e...BAM...il cuore si ferma...una lingua di ghiaccio ENORME, di fronte a noi, che scendeva a un pelo dalla strada e formava un lago dall’inquietante color caffelatte che il vento corrugava sospingendo le onde verso di noi. “Sono fottuta”. Quando ho ripreso a respirare mi son accorta di aver fermato la macchina e di essere scesa cercando – e non è un modo di dire – di credere ai miei occhi. Non avevo mai visto una massa di ghiaccio di quella portata a due passi, senza preavviso, e sí che la Lonely avvertiva che il Bear Glacier scendeva fino a livello della strada. La forma tortuosa che si snodava dalla montagna lo rendeva dinamico, sembrava una colata azzurra in movimento pronta a sommergere il lago e a colmare in una frazione di secondo il piccolissimo divario che restava fra la riva e la nostra macchina. “Sono fottuta ma muoio alla grande”.
E poi...vi è mai successo di guardare qualcosa con i vostri veri occhi e di fissarlo come un’ebete pensando di vederlo comunque attraverso uno schermo? Cioè di avere la sensazione di non essere lí davvero perchè, di nuovo, lo spettacolo a cui state assistendo è troppo per i vostri neuroni oltremodo provati dal grande fratello? A me è successo con gli orsi, dal primo, beccato per caso mentre ci attraversava la strada, all’ultimo, che nuotava placido nel fiume pescando a zampate qua e lá un salmone distratto. E guardandoli attraverso l’occhio della macchina fotografica la sensazione peggiora. Inquadri, scatti, guardi la foto sul display, fa schifo, la cancelli, inquadri di nuovo, scatti di nuovo, guardi la foto, la ritieni accettabile, inquadri di nuovo...e alla fine, quando ti imponi di osservare il grizzly con i tuoi veri occhi e di piantarla lí con ste foto che tanto stai facendo di merda perchè sei un’idiota e non ti sei portata il 400 mm, ti sembra di guardare Superquark (ahimè senza Alberto), puntata plantigradi. E poi l’orso si allontana e tu non ti rendi neanche conto di averlo visto davvero. Ma una cosa invece ho SENTITO, meno male che gli altri sensi riescono a sopperire, e questa la ricorderò finchè campo semplicemente chiudendo gli occhi. C’è stato un istante, uno solo, in cui la grizzla con tanto di cucciolo mi ha FISSATA. Ed eravamo talmente vicine (io me ne stavo bella tranqua sulla passerella in alto, no risk) che ho sentito il suo respiro. Come quella volta che ero talmente vicina a un delfino da sentire il suono dallo sfiato quando è emerso dall’acqua scivolandomi accanto. Ecco, anche solo per questi suoni, e queste frazioni di secondo senza tempo, è valsa la pena andare in quell’angolo sperduto di mondo.
Mi piacerebbe RICORDARE tutto questo quando il casino della quotidianitá si fará stressante e/o quando mi lamenterò per cazzate come mio solito. Buoni propositi per l’anno “nuovo”...

"...I am here in the essence of Nature. So until we meet again, live life to its fullest for we are here but a little while."

7 commenti:

  1. Bellissimo racconto, "ma tanto che te lo dico a fare"? Tanto ti butti sempre giù, ora pure con sta storia delle foto che, "io son sicuro che...." saranno stupende.
    Non vedo l'ora do leggere il soggetto integrale e detto da me che ho un'atavica allergia alla lettura è un very big complimento.

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  2. ...ah ma se vuoi te lo mando in anteprima...(affarazzi tua, sono 14 pagine ;-P)

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  3. Prima o dopo le leggerò! La mi scusi una domanda, capisco la pubblicazione su "Turisti...." ma xché poi anche non qui sul blog personale?
    Qual'è l'arcano?

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  4. 14 PAGINE SUL BLOG?????? Ma che due palle... :-P no, no, quello e' un resoconto "tecnico" per chi eventualmente volesse dettagli su un viaggio simile...il blog invece e' nato e rimane semplicemente il mio contenitore di pensieri&emozioni.

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  5. E direi che ci stai riuscendo in modo superlativo :) ... a riempire il "contenitore"!!!
    La "essence of Nature" finisce quasi in secondo piano x essere rimpiazzata da un SENTIRE a tutto tondo ... mitica Ki:)!!!!

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  6. Paole', i soldi li verso sul solito conto?

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  7. Ho letto le 14 pagine su turisti per caso... Vi assicuro non sono noiose... anzi utilissime per chi come me andrà in Canada l'estate prossima!!!!!

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