“Hai mai visto volare una cicala, Hector? Ha il corpo tozzo, sgraziato. E le ali piccole e sottili, insufficienti per farla librare in aria...Deve starsene rintanata nei cespugli o sugli alberi, se no diventa facile preda dei pipistrelli o di altri cacciatori notturni. E deve cantare. Nascondersi e cantare.”
Spense la cicca nel portacenere. Poi mi fissò negli occhi e aggiunse:
“Ci ho provato a volare. Sono una cicala muta, in attesa che l’estate finisca per sempre.”
Arieccoci con un libro ganzo scritto da un torinese e ambientato a Torino. No, beh, in realtá é ambientato al 90% a Creta ma inizia e finisce in ben note zone della cittá. E anche questo romanzo come “L’assassino qualcosa lascia” é un poliziesco spiritoso e spigliato dai toni spesso ironici e sopra le righe, con un protagonista carismatico, Hector Perazzo, investigatore privato in bolletta, ex-poliziotto argentino trapiantato in Italia da anni per allontanarsi da un passato e da ricordi violenti.
L’autore, Giorgio Ballario, é giornalista di nera sulla Stampa e la cosa si avverte; la trama di questo Volo, pur partendo dalla “semplice” richiesta di un famoso romanziere di ritrovare il suo libro rubato prima della pubblicazione, tratta carichi di droga, scontri fra bande mafiose rivali, sparatorie varie, ammazzatine. Chiaro come il sole che adesso mi fionderó sui due libri precedenti di Ballario, “Morire é un attimo” e “Una donna di troppo”.
Spaziale il font 16 della Editrice Angolo Manzoni per non affaticare la vista...ricordo perfettamente che quando avevo 4 anni i fumetti di Barbapapá erano scritti piú piccoli. Proprio vero che con l’etá si torna bambini...
Falquo
11 anni fa