domenica 2 maggio 2010

L'uomo sul tetto

Quello che mi turba dei romanzi della premiata ditta Sjowall & Wahloo (con la dieresi sulla o) sono i nomi svedesi che non riesco mai ad associare ai personaggi da un libro a un altro. A parte Martin Beck - dal nome vagamente americaneggiante - fra Ronn (con la dieresi sulla o), Kollberg, Larsson, Kvant e soci, non ricordo mai chi ha fatto cosa nel romanzo precedente e le caratteristiche di ognuno di loro. Se non sbaglio Larsson è quello col caratteraccio.
Comunque: questo ennesimo poliziesco secondo me è uno dei meno riusciti, molto lento e con uno sviluppo un pò scontato...molto prima della metà si capisce già il colpevole nonchè il movente che lo spinge a infilzare con una baionetta il tipo di pagina 3. La difficoltà con i nomi svedesi ritorna anche nell'unica scena d'azione del libro, il finale con l'uomo appostato sul tetto, appunto, che spara su strade e piazze dai nomi impronunciabili e labirintici per chi non abbia la mappa di Stoccolma stamapata in testa.
Decisamente più d'effetto "Omicidio al Savoy", "Roseanna" o, ancora meglio il mio preferito, "Il poliziotto che ride", davvero tortuoso.
E' vero ciò che si dice in seconda di copertina, e cioè che questi polizieschi aventi Beck come protagonista siano romanzi di formazione notevoli; da un libro all'altro sia lui sia il suo entourage vivono di vita propria...ma in questo, in particolare, la troppa lentezza dello sviluppo fa distrarre un pò troppo l'attenzione dalle sfaccettature dei vari caratteri dei personaggi.
Pazienza, sarà per il prossimo.

1 commento:

  1. Allora non lo compro ... dei coniugi Roseanna resta ancora il più bello!!!

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