sabato 13 novembre 2010

Il sorriso di Angelica

Finalmente Camilleri torna il libreria con l'ennesimo Montalbano che fa ridere e non storcere il naso come era accaduto nel precedente romanzo inutilmente splatter.
Il commissario che recita Ariosto mentre guarda rapito la bellissima Angelica del titolo - che lo fa sognare come quando, sedicenne, si era innamorato delle illustrazioni del Dorè per l'Orlando Furioso - è spassosissimo e ancora una volta colpisce l'umanità del personaggio che più invecchia più infragilisce e accentua paure, debolezze e riflessioni sul senso della vita.
Ancora una volta Livia faticherà a passare dalle porte e lo stesso Montalbano si domanda come mai tempo addietro lei fosse l'unica donna della sua vita mentre ora ogni occasione è buona per saltare la cavallina. Sarà che la suddetta è antipatica come poche, abita e continua ad abitare senza remore lontanissimo, ha un caratteraccio, ogni volta che la vedi finisce a skifìo e se non te la sei sposata finora, figurati se te la sposi a 50 anni e fischia? Mah. Contenti loro.
La trama, che si basa nuovamente su una sfida lanciata al commissario da un rapinatore talentuoso, se vogliamo è un pò deboluccia rispetto ai primi, inarrivabili, Il ladro di merendine o Il cane di terracotta, eccetera, però ormai, che dire, Catarella, Augello Fazio, Gallo&Galluzzo sono amici di famiglia e vederli lavorare in squadra e/o azzuffarsi a suon di battute in siculo stretto è una gioia per gli occhi e io continuo a ridere come una matta anche dopo tutti questi anni.
Di sicuro non il migliore Montalbano - ci sono state avventure più strutturate e financo più divertenti - ma comunque il solito piacevolissimo interludio prima di trovare il coraggio di leggere La masseria delle allodole.

1 commento:

  1. Sicuramente migliore del precedente, però non mi è piaciuto per niente ... per ora basta con Montalbano!!!!

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