...e altre storie di Vigata.
Proprio non capisco il motivo per cui non riesca a far AMARE Camilleri ai miei, che hanno snobbato anche questa raccolta di 8 spassosissimi - a parer mio - racconti generalizzandoli in un triste "ma sono tutti uguali".
Beh, sì, lo stile è il classico Camilleri doc, siculo stretto, azzuffatine, ammazzatine, corna, lupara, parrini e mafiosi locali, ma l'atmosfera della Vigata Anni '40 con tanto di ottusi camerati fascisti al seguito, a me fa sempre sbellicare.
E non si può obiettivamente dire che i personaggi siano tutti uguali!!!! Si va dalla finta maga che fa vincere per puro caso un terno secco e diventa acclamatissima, all'odiosa segretaria della sezione fascista femminile che viene raggirata dalle compagne, al comunista convinto che si converte al cattolicesimo dopo una visione, allo scapolo d'oro che si scopre avere una sua propria "missione" a Vigata, al nipote donnaiolo che vuole eliminare la vecchia zia per ereditare...attorno a loro ruota un mondo di personaggi-macchietta (anche se, forse, solo all'apparenza, bisognerebbe essere siculi 100% per capirlo davvero!), che contribuiscono a rendere umoristica e sempre sottilmente ironica ogni situazione raccontata. Per fare un esempio, la diatriba che si scatena fra il Potestà camerata di Vigata e quello di Sicudiana per togliere la "s" al "Taddeis" del Gran Circo in base all'ordinanza del Duce secondo la quale non si potevano usare nomi stranieri...divertentissima. Un fatto così assurdamente...patetico, oserei dire, viene preso e ribaltato in chiave comica proprio per sottolineare lo squallore di certi dettami fascisti. Io lo trovo geniale.
Strepitosa anche la postfazione, degna conslusione di questa raccolta: "Molto probabilmente in questi racconti i miei lettori troveranno casi di omonimia. Ecco appunto, si tratta di omonimie [...] Ci tengo a sottolinearlo e ci tiene ancor di più il mio avvocato."
Falquo
11 anni fa
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