giovedì 24 febbraio 2011

Le Cose che Non ti ho Detto

Potrebbe sembrare l’ennesimo libro sullo stile di quello lá che sussurrava ai cavalli (lo ammetto. L’ho letto, ai tempi. Mi ha fatto skifo ma so che nessuno ci crederá mai), invece é un bel poliziesco di Bruno Morchio, strizzacervelli genovese, scovato su ibs e acquistato convinta, dopo aver letto un bel pó di recensioni entusiastiche.
In effetti mi unisco volentieri al coro dei lodanti; la trama é intrigante al punto giusto, la scrittura scorrevole ma non banale, i carrugi della cittá vecchia descritti, a parer mio che proprio non li ho presenti, in maniera decisamente evocativa.
La storia racconta – in poche parole – un’indagine dell’investigatore privato Bacci Pagano, ingaggiato da una sua storica ex per fare da balia a un luminare della psichiatria da anni dedito all’alcolismo anziché ai suoi pazienti e sposato a una ragazza misteriosa dal passato piuttosto oscuro.
L’unica nota che ho trovato un pó stonata, forse, é l’atteggiamento vagamente snob del Pagano, che talvolta mi ricorda lo stile di Piazzese (autore che comunque mi piace parecchio, vedi post su “Il Soffio della Valanga”)...a partire dal nome che affibia alla figlia, Aglaja...ma non c’era un nome italiano sensato da darle, no...! In alcuni punti suona infatti secondo me quasi stucchevole e troppo forzato il suo dar sfoggio di cultura anche quando i paragoni potrebbero essere molto piú semplici, tipo: “...questa cosa qui é dolce come l’Ouverture 40 in Fa maggiore di Mozart...”...ma va lá, va lá, che vorrei proprio sapere quanti lettori hanno presente ció di cui stai parlando (me inclusa!).
Tali eccessi di spocchia sono comunque molto rari e devo ammettere di essermi sciroppata l’intero romanzo in 5 ore esatte, profondamente soddisfatta e scattante ai blocchi di partenza per comprarne altri.

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