Ecco, quando un Autore si rende conto di aver esaurito una vena e decide di cambiare genere rinnovandosi e ringalluzzendosi anziché sfinire il lettore con personaggi e trame che ormai non hanno davvero piú nulla da dire (non faccio nomi, la Vargas, una per tutti), va apprezzato, lodato e comprato.
Il terzo libro del Malvaldi sui dannati vecchietti del Bar Lume aveva, francamente, rotto i marroni (vedi post apposito). Invece questo Odore di Chiuso, pur restando sul genere giallo, viene ambientato nella Toscana dell’800 e il protagonista é il buongustaio Pellegrino Artusi, noto creatore di ricettari di fama mondiale (sembra sia il terzo autore italiano piú letto al mondo!)
E il libro risulta spiritoso, movimentato, la trama ingrana subito, i personaggi ben caratterizzati e davvero umoristici in alcuni loro comportamenti (i fratelli Lapo e Gaddo, nobilmente imbecilli ognuno a modo loro, la baronessa nonna, disabile ma svicia, il Delegato Artistico perseguitato dalla fama del suocero solo per citarne alcuni).
Inoltre il Malvaldi dimostra di avere una buona dose di cultura dell’epoca (che non guasta), che riesce a integrare abilmente nella storia senza per questo risultare spocchioso o saccente, anzi...ben venga conoscere aspetti a me ignoti della societá ottocentesca e dell’Artusi stesso (ignoravo ad esempio che la sua fama avesse cosí ampia risonanza), esposti sotto forma di romanzo.
E bravo Marcolino...bell’idea e ottima realizzazione. Speriamo non ricominci con i vecchiacci!
Falquo
11 anni fa
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