giovedì 7 gennaio 2010

Il Tempo Invecchia in Fretta

E iniziamo il 2010 con una bella recensione, và...

"Ma questa è la cosa più bella del mondo! [...] Lo aveva detto una bambina calva trascinata in carrozzella da un'infermiera. Lei sapeva quale era la cosa più bella del mondo. Lui invece non lo sapeva. Possibile che alla sua età, con tutto quello che aveva visto e conosciuto, non sapesse ancora quale era la cosa più bella del mondo?"

Premetto che "Sostiene Pereira" è il mio libro preferito in ASSOLUTO, un romanzo di formazione straordinario... e che oltretutto mi ha insegnato ad amare Lisbona ad aeternum :-) ...ma che dopo questa meraviglia Tabucchi non ha più saputo appassionarmi allo stesso modo. Adoro il suo modo di scrivere, ma in molti casi sembra quasi un puro esercizio di stile e il racconto non va a parare da nessuna parte ("Il filo dell'Orizzonte" ne è un esempio lampante, peccato, era partito così bene...[*]). Questo suo Tempo che Invecchia in Fretta, a parer mio, prosegue abbastanza su questa strada. Una scrittura melodica e scorrevole, con belle immagini su cui soffermarsi...una per tutte, il tempo che scappa via come aria da un palloncino forato...e racconti toccanti come "Clof, clop, cloffete, cloppete" (che per la scena della zia malata in ospedale mi tocca molto da vicino, in questo periodo) o "Nuvole"...ma che alla fine lasciano un pò l'amaro in bocca perchè si vorrebbe saperne di più sui protagonisti e sul tempo che resta loro. Se si parte disillusi sulla trama, sapendo che la poesia di Tabucchi è intatta, è un libro gradevolissimo, ricco di quella vena malinconica che tanto mi aveva affascinata in Pereira, e di quello stile molto vicino al linguaggio parlato che lo rende un Joyce più fluente e poetico:

"[...] Le lingue moderne sono troppo frettolose, rispose l'uomo, nella fretta di comunicare diventano sintetiche [...] il greco antico nella declinazione dei verbi ha il duale, noi abbiamo solo il plurale, e quando noi diciamo noi, in questo caso io e te, possiamo significare anche molte persone, ma i greci antichi, che erano molto esatti, se quella cosa la stiamo facendo o dicendo solo io e te, che siamo in due, usavano il duale."

[*] SPLENDIDA l'immagine dei tavolini da caffè imbevuti di segni: "[...] quattro tavolini di marmo, con le gambe di ferro verde, dove i cerchi del vino e del caffè, che il marmo ha assorbito e fatto suoi, disegnano geroglifici, figurine da interpretare, l'archeologia di un passato prossimo di altri avventori, di altre serate [...]".
E' fantastica, secondo me, questa descrizione di un dettaglio così inosservato come un segno su un tavolo.


Questa recensione è anche su: http://www.ibs.it/code/9788807017841/tabucchi-antonio/tempo-invecchia-in-fretta.html

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