lunedì 29 marzo 2010

La canzone di Colombano

Maronna, finalmente l'ho finito. E' DECISAMENTE peso. Sull'onda di "Treno 8017", sempre di Perissinotto, scrittore torinese doc, ho voluto comprare anche questo romanzo...ma l'ho trovato davvero ostico da buttare giú...e infatti ne ho inframezzato la lettura con l’ultimo di Camilleri. Sempre basato su un episodio storico, come il “Treno”, questo romanzo ha come traccia una canzone del sedicesimo secolo che tratta l’ingiusta incarcerazione di Romean Colombano, un maestro minatore provenzale chiamato in Italia per eseguire da solo l’immane opera del traforo della Thuille in Val di Susa, accusato dell’omicidio della famiglia di pastori che gli dava alloggio. L’intreccio giallo mi aveva incuriosita anche perchè ambientato tanto in lá nel tempo e in effetti la trama puó essere considerata interessante, dal punto di vista strettamente storico...ma lo stile è pesantissimo, davvero da sedicesimo secolo, con numerosissime parti in latino per riportare i vari editti di cui si serve il protagonista, il giudice Ippolito, difensore di Colombano, per tentare di capire chi ha incastrato il minatore. Faticoso. Peccato, perchè i personaggi sono ben inquadrati nel loro contesto sociale e la vicenda, fosse stata scritta in maniera un po’ piú “attuale”, sarebbe sicuramente risultata intrigante il giusto.

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