Per ricordarci che anche l’oceano è fatto di gocce. E per invogliarci a resistere al bruttume che ci attornia, come quando – attenzione alla sottile e raffinata metafora – capita di calciare una busa su un prato di montagna e si vede che sotto l’erba è verdissima (questa prelibatezza olfattiva nasce dal fatto che in uff oggi c’è un sublime odore di letame, dovuto – spero – alla concimazione dei campi qui adiacenti).
Ma veniamo alla storia.
Appesi a un palloncino
Sento l’esigenza di una boccata d’aria pura. Perciò, a chi se la fosse persa, vorrei raccontare la piccola storia di assoluta meraviglia che è apparsa nei giorni scorsi su «Specchio dei tempi». Comincia col funerale di Claudio, custode di una scuola materna di Torino, amatissimo da bambini e genitori per la sua disponibilità. Un italiano di quelli che piacciono a noi, che con un gesto o una parola di buon senso riescono a stemperare i problemi e a colmare i vuoti della struttura in cui lavorano. I bambini riempiono fogli di messaggi e disegni per Claudio. Poi, con la serietà di cui solo loro sono capaci, decidono di recapitarglieli. Come? Ma che domanda stupida, scusate. Attaccandoli a un palloncino in grado di volare fino a lui.
Detto fatto: il palloncino carico di corrispondenza viene liberato nel cielo di Torino. Per un paio di settimane non se ne sa più nulla. Quand’ecco che alla scuola materna arriva una lettera. «Sono una nonna di 70 anni e abito a Parma. Anch’io ho dei nipotini che vanno all’asilo. Volevo dirvi che il palloncino del vostro amico Claudio è arrivato. Caduto su un prato verde appena scoperto dalla neve. Io ho ricordato il vostro amico nelle mie preghiere, ma sono certa che da lassù sarà lui a proteggere voi, che siete stati capaci di un gesto così gentile». La prima volta che l’ho letta mi sono venuti i lacrimoni. E anche adesso, insomma. Sarà l’età che avanza. O forse la consapevolezza che fin quando ci saranno persone come Claudio, come la nonna di Parma e come quei bambini, non proprio tutto è perduto.
Sento l’esigenza di una boccata d’aria pura. Perciò, a chi se la fosse persa, vorrei raccontare la piccola storia di assoluta meraviglia che è apparsa nei giorni scorsi su «Specchio dei tempi». Comincia col funerale di Claudio, custode di una scuola materna di Torino, amatissimo da bambini e genitori per la sua disponibilità. Un italiano di quelli che piacciono a noi, che con un gesto o una parola di buon senso riescono a stemperare i problemi e a colmare i vuoti della struttura in cui lavorano. I bambini riempiono fogli di messaggi e disegni per Claudio. Poi, con la serietà di cui solo loro sono capaci, decidono di recapitarglieli. Come? Ma che domanda stupida, scusate. Attaccandoli a un palloncino in grado di volare fino a lui.
Detto fatto: il palloncino carico di corrispondenza viene liberato nel cielo di Torino. Per un paio di settimane non se ne sa più nulla. Quand’ecco che alla scuola materna arriva una lettera. «Sono una nonna di 70 anni e abito a Parma. Anch’io ho dei nipotini che vanno all’asilo. Volevo dirvi che il palloncino del vostro amico Claudio è arrivato. Caduto su un prato verde appena scoperto dalla neve. Io ho ricordato il vostro amico nelle mie preghiere, ma sono certa che da lassù sarà lui a proteggere voi, che siete stati capaci di un gesto così gentile». La prima volta che l’ho letta mi sono venuti i lacrimoni. E anche adesso, insomma. Sarà l’età che avanza. O forse la consapevolezza che fin quando ci saranno persone come Claudio, come la nonna di Parma e come quei bambini, non proprio tutto è perduto.
oggi sono un po' caustica ... appena l'ho letta mi sono commossa poi però subito dopo non ho potuto fare a meno di pensare "speriamo ke non si rovinino crescendo ... i bambini"
RispondiEliminaTemo che oggi sia più difficile essere bambini di un tempo. Il mondo adulto va zoppicando e ai bambini di fatto è rimasto troppo poco spazio o troppo poco tempo per godersi la spensieratezza e la gaiezza del "tutto bello e tutto magico" che gli si dovrebbe. Un appello al mondo dei grandi, che cada dal cielo o no... "Ridiamo ai bimbi la loro età!"
RispondiEliminaDidi sei dolcissima .....!
RispondiEliminaCome scrivevo a Didi, ormai a scuola si passa da un estremo all'altro (i racconti di mammà che fino all’anno scorso - per 40 anni - ha insegnato alle elementari, erano davvero indicativi del cambiamento dei tempi e dei modi), da maestre che tutto sono fuorchè EDUCATRICI, a genitori che mettono la Creatura, cafona e maleducata come loro, di fronte a qualsiasi legge e regola della scuola e del convivere civile in genere. E di mezzo, ovviamente, ci vanno i bambini - come dice giustamente Didi stessa - che subiscono le influenze (violente) di questi adulti malati che li attorniano.
RispondiEliminaIl Gram di oggi ad esempio parla di quell’istituto di Pordenone che ha organizzato la gita in un hotel 4 stelle ai "ricchi" e in una topaia ai "poveri"...e di quella scuola in cui non hanno dato il pranzo a 9 bambini i cui genitori non potevano permettersi di pagare la retta, adducendo come scusa che questi "facevano i furbi". Ora, sara' anche vero (non mi stupisco più di nulla)...che pero' - di nuovo - un bambino debba restare a digiuno perche' un adulto ha sbagliato... e qui siamo "nel piccolo"...lasciamo perdere quando un bambino non mangia DA GIORNI perche' il mondo degli adulti non glielo permette!!!! Uno skifo, un disastro di proporzioni mondiali...davvero...notizie come questa del palloncino...fanno RESPIRARE! E io VOGLIO sperare che siano d'esempio!!!!!
Grazie di cuore Pollion, i tuoi rinforzi positivi mi danno verve e un po' di gas anche in queste giornate un po'spente!!
RispondiEliminaHai ragione Ki!! E' che i bambini avrebbero tante cose da insegnare agli adulti; il loro breve passato già fitto di esperienze, a volte anche dolorose, unito alla loro semplicità, li rende capaci di quel sano buon senso, da noi grandi dimenticato, a zonzo, qua e là nel nostro passato...
RispondiElimina