domenica 6 dicembre 2009

Quando le mura parlano...

Ieri sera MITICA serata di balli occitani al Forte di Fenestrelle! :-) Come spesso avviene in queste occasioni, atmosfera magicamente conviviale con persone mai viste&conosciute prima che trascinano e coinvolgono nel ballo tentando anche (nel mio caso inutilmente) di insegnare con infinita pazienza almeno i passi base...sono molto ripetitivi, dovrei memorizzarli dopo un pò...e invece quando finisce la musica io ho appena capito che PRIMA si fanno due passi avanti e POI uno indietro (tristezza :-P).

COMUNQUE: vorrei solo cogliere l'occasione per ricordare cosa hanno visto e sentito quelle mura molto tempo prima di risuonare di splendida musica occitana e di risate.

La storia testimonia che il forte non è mai stato teatro di battaglie ma utilizzato come campo di concentramento. Difatti, oggi da più parti, si ricorda il periodo (dal 1860 al 1870) in cui la fortezza divenne un campo di concentramento in cui furono deportati circa 24.000 meridionali che si opposero all'unità operata con dalle truppe piemontesi. Gli internati erano soprattutto poveri contadini, soldati borbonici e papalini.
Recenti ricerche sottolineano le pessime condizioni in cui nel 1861 questi militari furono «ospitati» a Fenestrelle: "laceri e poco nutriti era usuale vederli appoggiati a ridosso dei muraglioni, nel tentativo disperato di catturare i timidi raggi solari invernali, ricordando forse con nostalgia il caldo di altri climi mediterranei."
È noto un tentativo di ribellione ideato dai reclusi, piano sventato quasi per caso dalle autorità piemontesi. Si tratta della rivolta del 22 agosto del 1861 per impadronirsi della fortezza, ma fu scoperta in tempo ed il tentativo ebbe come solo risultato l'inasprimento delle pene (i più costretti con palle al piede da 16 chili, ceppi e catene).
Rari sono i casi di liberazione per proscioglimento della condanna. La liberazione avveniva perlopiù solo con la morte ed i corpi venivano disciolti nella calce viva collocata in una grande vasca situata nel retro della chiesa (che sorgeva all'ingresso del Forte). Una morte senza onore, senza tombe, senza lapidi e senza ricordo, affinché non restassero tracce dei misfatti compiuti. Ancora oggi, entrando a Fenestrelle, su un muro è ancora visibile l'iscrizione: "Ognuno vale non in quanto è ma in quanto produce" (ricorda molto la scritta dei lager nazisti).


...e diciamolo...questi episodi DEGRADANTI e INUMANI della "gloriosa" Unità d'Italia, difficilmente compaiono sui libri di storia o vengono insegnati.

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