martedì 23 febbraio 2010

Mare di Fango

Uno dei miei libri preferiti all’epoca della dannatissima e sofferta universita’, era “Il senso di Smilla per la neve”, glaciale thriller del danese Peter Hoeg (che ha un po’ un’aria da druga’, diciamocelo, ma sara’ il freddo...).
Leggevo questo libro ogni anno, dopo la prima volta, alle prime nevicate invernali. Perche’ mi piaceva il senso di calore che emanava la sua tazza di caffe’ bollente (“nero e velenoso”, lo definiva, mi ricordo!) bevuto sulla tolda della nave che la portava in Groenlandia, perche’ mi piaceva il suo modo di vestirsi, di ragionare, di essere sociopatica, di patire ogni imposizione, perche’ mi piaceva il suo saper riconoscere i vari tipi di neve dall’odore che emanavano i fiocchi cadendo. Uno di quei libri “tattili” che tanto amo. Inutile dire che avevo iniziato a bere tazzoni di caffe’ nero proprio in quel periodo. Anzi, credo anche di aver pensato seriamente di andare a lavorare su una piattaforma petrolifera nel Mare del Nord.
All’inizio di un capitolo – che ora non ricordo bene quale fosse – lei si sveglia un mattino e, cupa e tormentata come suo solito, le sembra di emergere dal sonno come da un mare di fango bello appiccicoso. Quest’immagine e’ stato uno di quei flash assurdi che capitano quando uno scrittore dice una cosa che tu non avresti mai saputo esprimere a parole ma hai sempre saputo che anche per te era esattamente cosi’, e lui, ecco, invece c’e’ riuscito in pieno a catturare il tuo stato d’animo.
Il Mare di Fango.
Semplice ma efficace. Non so quante volte mi son svegliata al mattino sentendomi cosi’. All’universita’, che avessi un esame o meno, figurarsi, quando i miei nonni erano in ospedale e il primo pensiero al mattino era “si ricomincia” e mi lasciavo indietro malvolentieri gli strascichi di sogno, il periodo in cui il lavoro mi faceva skifo, il periodo in cui la mia vita sentimentale mi faceva skifo, il primo periodo dopo la separazione, quando i miei manco mi parlavano se non per accusarmi o dirmi di tornare sui miei passi per il buon nome della famiglia (un po’ tipo Il Padrino), quando mi sembrava di non avere un amico al mondo, quando mi svegliavo sola in quell’alloggio in affitto in cui ero scappata con i miei libri e il primo pensiero era sempre “me ne vado” senza avere la forza mentale di farlo davvero, indovina. Eccolo, il Mare di Fango. E il problema e’ che e’ sempre dentro di me, in agguato, pronto a sommergere gli argini che la mia vita attuale finalmente mi ha permesso di erigere. Mi piacerebbe un giorno essere talmente forte da tirar su una diga della madonna.

Nota: la foto in alto e’neve in mood malinconia e non fango perche’ il fango e’ proprio una brutta immagine, gia’ sto post e’depre se ancora mettevo del fango...insomma...

7 commenti:

  1. voto: 10/10 ... ma il voto è per te xkè nonostante il Mare di Fango sei stata FORTE e CORAGGIOSA ... è vero non "te ne sei andata via", ma forse quella sarebbe stata la cosa più semplice ... invece è a ri-emergere tutte le mattine quando niente fila giusta e ci si sente tremendamente soli che ci vogliono i contro-c@#@i ...x cui BRAVA ...e forse più che tirare su una DIGA dovresti soltanto "rafforzare" gli argini ... xkè quella sei tu ... e fa parte dello scotto da pagare xkè come dice didi "l'ombra è più nera dove c'è molta luce ..."

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  2. Io non ho letto il libro ma ne ho visto la trasposizione cinematografica. Non so quanto fosse fedele, ma debbo cmq dire che il girato era cupo assai. Il mare di fango.... beh ognuno devo dire ha il suo mare ad-hoc, il mio a giudicare dall'odore è più un mare di "M", ;-) ma ormai mi sono abituato e se un bel giorno mi alzassi e non mi sommergesse forse ne sentirei la mancanza.
    Una bella "Sindrome di Stoccolma" che ci sta pure bene con la location narrativa oltretutto.
    Ora dirò na cosa forte, il tuo post per me e depre-protettore un po' come la pioggia per gli Addams, sapere che il mare non è una singola proprietà ti solleva.
    Si a prima botta sembra un discorso egoistico, non è così ovvio che non ci godo se qualcuno non sta in fase perfetta, ma facile è condividere le cose belle, assai più complicato quelle brutte e sapere che a provare certe sensazioni non si è soli al mondo in un certo senso ti da una carica per dire "ok mammoletta non ti crogiolare e non piangerti addosso".
    Spero di esser stato chiaro a volte è complicato tramutare i pensieri in parole!

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  3. "depre-protettore" e' un'espressione geniale che spero di poter far mia se mi cedi i diritti di copyright ;-) Ho capito perfettamente il tuo pensiero e ti ringrazio per quanto hai scritto, perche' credo che in molti casi ci si "depre-protegga" a vicenda (e' il piu' classico "mal comune mezzo gaudio" per semplificarla brutalmente :-))...non perche' - almeno credo - siamo un branco di egoisti che sguazzano se qualcun altro sta di merda quando anche noi ci sentiamo sommersi dalla vita, ma perche' la carica che arriva dal rimboccarsi le maniche smettendo di piangersi addosso e' unica.
    Paole', che dire? Tu ci sei sempre, in tutti i sensi. Grazie a entrambi.

    La frase esatta di Smilla (il capitolo e' il 3) era: "Ci sono mattine in cui risali in superficie come attraverso un bagno di melma. Con i piedi in un blocco di cemento. [...] Sono cosi 6 mattine su 7."
    Non e' uno spettacolo?
    Il film, avendo letto il libro, come spesso capita e' 'na skifezza cosmica, tagliato, barbaramente adattato sull'americazza inutile che hanno preso come protagonista (in "Vento di Passioni" si fa il tifo per il grizzly e speri che se la magni, qui speri che il ghiaccio polare se la inghiotta) e il freddo non si avverte neanche, se va bene l'hanno girato tutto in studio con la neve di plastica :-P tze'.

    P.S. Carle', non c'entra nulla, ma sapevi questa cosa qui? mmmm....timeo cagatam...

    http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/13448/star-wars-la-serie-primi-dettagli/

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  4. a proposito del senso di Smilla per la neve: il romanzo è bello, il film non l'ho visto perchè mi sarei aspettato che il cast comprendesse almeno:
    Milla Jovovich
    Neve Campbell
    e che ci fosse una scena in cui si baciassero tra loro.
    In assenza di questa scena burlesque, mi sono sentito in dovere di ignorare altezzosamente la pellicola.

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  5. ...azz dimenticavo: la scena del bacio saffico sarebbe dovuta apparire al termine di una lotta in bikini nel mare di fango.

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  6. AHAHAHAHAHHAH!!!! Incredibile risata esplosiva che provoca occhiate stupide&stupite dai colleghi di sfiga in uff... Gianlu, MITO per sdrammatizzare. La volta che mi alzo di nuovo col mare di fango alla gola alle 5 del mattino, ti chiamo subito per un consulto.

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  7. Anche se a volte per me le mattine sono 7 su 7 bisogna essere pratici per cui il copyright non lo posso cedere, sai non si sa mai un domani potrebbe fruttarmi qualcosa, ;-) però ti concedo di potertene servire per tutti gli usi e consumi di tua necessità in forma gratuita!
    Ho letto l'articolo e mi pare che l'idea fosse nell'aria, che dire ci toccherà seguire questa soap almeno per avere un'idea.
    Anche se il budget sarà ridotto non credo che la storia sarà avvolgente come la trilogia originale e in quanto al taglio crudo e “dark” a questo punto credo sia una nuova moda americana nelle sceneggiature fantascientifiche, come ad esempio sto riscontrando nel remake diBattlestar Galactica in onda su Rai4, moda che a me personalmente piace alquanto.

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